Con il Vaticano II la Chiesa cattolica ha posto le basi per un nuovo dialogo con l'uomo, sia esso cristiano o non cristiano, ateo o agnostico, rinnovando la portata universale di quanto si trova affermato nel Vecchio Testamento, che "Dio fece l'uomo a sua immagine e somiglianza" (Gen I, 26). Da qui la speranza che la Chiesa sappia guardare con più ampia comprensione alle diverse società e che, al fine di promuovere ovunque la dignità umana, sappia stabilire un autentico scambio con ogni pratica e attività di tipo culturale. In particolare, l'autore si sofferma sul caso della popolazione Urhobo del delta del fiume Niger, guardando come i processi di conversione basati sulla dottrina dell'Imago Dei possono trarre beneficio da un aperto confronto con le religioni tradizionali.